New York City

Clay Quartermain non ama particolarmente gli appostamenti. Sorvegliare l’ambasciata latveriana dalla finestra di un albergo è uno spreco delle sue abilità di agente SHIELD, ma ci sono compiti che non si possono affidare ad altri. Soprattutto perché non è autorizzato ad essere qui.

Finalmente succede qualcosa: una limousine si ferma di fronte all’ambasciata. Il binocolo attraverso cui la osserva Quartermain ne legge la targa e ne indica il proprietario: l’ambasciatore della Symkaria, un piccolo stato confinante con Latveria. Nulla di strano, fino a quando non osserva le due donne che escono dall’ambasciata e salgono assieme sulla limousine.

Una di loro ha i capelli d’argento ed indossa una pelliccia di visone che deve costare più dello stipendio annuo di Quartermain. La riconosce come Silver Sable, imprevedibile mercenaria europea. Ma è la donna di fianco a lei ad attirare l’attenzione di Clay, e non solo perché il binocolo non riesce ad identificarla. Si tratta di Lancer, in abiti civili.

“Che stanno combinando? Un accordo segreto tra Latveria e Symkaria? A che gioco stai giocando Destino?” si chiede Clay Quartermain.

 

#8 – Pedine

di Fabio Furlanetto

 

Doomstadt, Latveria

Il Primo Ministro Lucia Von Bardas osserva la navicella di Destino atterrare su una delle torri del castello, facendo un breve inchino all’arrivo del suo re.

-Lord Destino. Presumo che il suo viaggio in America abbia dato i frutti sperati.

-Non presumere di conoscere i piani di Destino, donna. Mentre io mio occupavo di Richards e della sua famiglia [1], mi auguro che la missione di Lancer abbia avuto successo.

-Naturalmente, Lord Destino. I dati forniti da Madame Minaccia ci hanno permesso di localizzare la posizione dell’ultimo alleato di Vendetta. E grazie all’intercessione di Sunset Bain, il pagamento alla Silver Sable International sarà impossibile da rintracciare.

-Bene. E’ disdicevole che Destino debba ricorrere a tali sotterfugi per stringere un’alleanza, ma Vendetta è un nemico troppo subdolo per essere sottovalutato. Inoltre, il coinvolgimento di una pedina neutrale come Silver Sable assicura che Vendetta non sia preparato alla prossima mossa.

-C’è altro, Lord Destino?

-Non desidero essere disturbato fino a nuovo ordine – taglia corto il sovrano, lasciandosi alle spalle il Primo Ministro.

“Sparisce per giorni interi e non fa neanche una domanda su Latveria” realizza Lucia Von Bardas “Comincio a pensare che le vendette personali gli siano più care di questo paese”.

 

John F. Kennedy International Airport

Le due donne non si sono scambiate una sola parola durante tutto il viaggio. Anche all’ambasciata, Silver Sable si è limitata ad ascoltare tutti i rapporti e a lasciarsi scappare solo qualche monosillabo.

Ha con sé solo una valigetta, lasciando che sia Lancer a trascinarsi dietro il resto dei bagagli. In attesa del check-in, Lancer decide di fare un altro tentativo di rompere il ghiaccio:

-Comincio a pensare di non andarti a genio.

-Ci sono due tipi di persone che lavorano per Destino: i pazzi e gli stupidi. Devo ancora decidere a quale categoria appartieni – risponde Silver Sable.

-Tu saresti tra i pazzi, immagino? – replica Lancer.

-Ciò che faccio è per il bene della Symkaria.

-E del tuo portafogli?

L’ultima osservazione sembra aver colpito nel segno; l’unica persona ad aver rivolto a Lancer uno sguardo più intimorente è Destino.

-La sopravvivenza della Symkaria dipende dai buoni rapporti con Latveria; guarda che cosa è successo ad Aqiria [2] quando si è messa sulla sua strada. Non è la prima volta in cui accetto un incarico da Victor e non sarà l’ultima. Noi due siamo...alleati.

L’esitazione prima dell’ultima parola fa sospettare a Lancer che ci sia sotto qualcosa di più, ma preferisce non indagare. La segretezza della missione ha la priorità assoluta.

-Il volo per Ulan Bator partirà tra poco, faremo meglio a salutarci. Ci guardano, fingiamo di essere amiche – cambia argomento Silver Sable, abbracciando calorosamente Lancer.

La mossa la sorprende, ma non quanto le parole che la mercenaria le sussurra all’orecchio:

-So che sei andata a letto con il mio ex-marito. Digli che la prossima volta che lo vedo è morto.

-Uhm, okay – risponde imbarazzata Lancer; chissà come ha fatto a scoprire la sua relazione con lo Straniero. Forse a causa dell’imbarazzo, non si rende conto di essere sorvegliata.

 

Clay Quartermain finge di leggere una rivista, ma non ha smesso di tenere d’occhio Lancer da quando ha lasciato l’ambasciata latveriana. Sta bene attento a non farsi riconoscere quando le due donne si separano, e si trova di fronte ad una scelta: seguire Silver Sable o Lancer?

Le attività di Silver Sable sono ben note allo SHIELD. Ignorate, tollerate o sfruttate a seconda dei casi; i suoi servizi sono stati pagati profumatamente più di una volta. Quartermain non farebbe mai l’errore di considerarla poco pericolosa, ma sa cosa aspettarsi da lei.

Lancer è un enigma, un ingranaggio sconosciuto nei piani di quello che è probabilmente l’uomo più pericoloso del mondo. La scelta, tutto sommato, è semplice.

 

Castello Destino, Latveria

La rete spionistica latveriana è forse la più estesa del mondo; non c’è informazione degna di nota che non sia registrata ed analizzata. Se non ci fosse una debita selezione ci vorrebbero anni per studiare tutto quello che viene osservato in un singolo giorno. Fortunatamente, complessi algoritmi filtrano le informazioni per limitare ciò che finisce sulla scrivania del Dottor Destino.

Normalmente Victor Von Doom si immerge in questa ragnatela di conoscenza, tessendo intrighi e manovre che potrebbero dare i propri frutti tra mesi o anni. I suoi occhi passano da un rapporto all’altro; ci sono molti eventi che richiedono la sua attenzione.

Il Teschio Rosso è stato ucciso dopo aver quasi distrutto Washington [3]; Destino dovrebbe sincerarsi che il nazista sia veramente morto e non possa ritornare in un ennesimo corpo clonato. Mentore è in coma ed il trono di Titano è nelle mani di suo figlio Eros, il Vendicatore noto come Starfox [4]. Potrebbe essere un’occasione irripetibile per conquistare un regno su cui Destino ha messo gli occhi da tempo.

Oppure potrebbe rivolgere la sua attenzione alla scomparsa di Iron Man, che secondo le sue fonti è disperso nel tempo [5]; potrebbe sfruttare la sparizione di Tony Stark, oppure sincerarsi che il Vendicatore non interferisca con le sue operazioni extra-temporali. Ma Destino non riesce a concentrarsi su niente di tutto questo.

Come avviene spesso la sua mente è concentrata su Richards...ma per una volta non è la sua odiata nemesi ad ossessionarlo, bensì sua figlia Valeria. Aveva già incontrato una versione alternativa della bambina [6], ed ora ha contribuito alla nascita di Valeria anche nella propria realtà [1].

Una vera figlia di Richards: ne ha ereditato l’intelligenza e la propensione a manipolare gli altri per i propri fini egocentrici. Ed ora che Destino è costretto ad includerla nei propri piani, scopre che la propria mente vacilla.

Un allarme attira la sua attenzione. E’ programmato per scattare quando la sua rete spionistica registra alcune parole chiave pronunciate in determinate condizioni.

In questo caso, è una telefonata sul numero personale di Tony Stark. Solo di recente Destino ha decodificato il suo sistema di crittografia, ed ha pochi dubbi sul fatto che l’americano troverà delle nuove contromisure nell’arco di pochi giorni.

-Tony, sono Reed. Ho eseguito l’analisi dei dati recuperati da Iron Man, ed avevi ragione: la trasmissione aveva una traslazione temporale dai 75 ai 150 anni circa. Chiunque sia questo Vendetta che sta attaccando Destino, proviene dal futuro.

Destino scatta in piedi, colpendo il tavolo. I rapporti segreti vanno a fuoco sotto la sua rabbia.

-Richards!!! Agivi alle mie spalle mentre salvavo tua figlia!?

Un raggio energetico abbatte il muro, e Destino utilizza il buco come porta per incamminarsi rabbiosamente nei corridoi del castello. Robot ed inservienti si fanno da parte e si inchinano al suo passaggio, sapendo bene di rischiare la vita mettendosi sulla sua strada quando è di questo umore.

-Vendetta ha usato le informazioni rubate dal mio database per schermarsi dai miei sensori; è l’unica spiegazione per cui la tecnologia inferiore di Richards ha scoperto la sua origine prima di me. Devo ricordarmi di ringraziare Stark per aver salvato i dati lasciati da Madame Minaccia sui suoi server, prima di ucciderlo con le mie stesse mani. Ma prima...

Le porte del laboratorio temporale si aprono. Una luce illumina la piattaforma temporale.

-...Vendetta.

 

Aeroporto di Ulan Bator-Gengis Khan, Mongolia

Silver Sable è completamente irriconoscibile. Una parrucca nasconde i suoi capelli argentei, un pesante trucco confonde i suoi tratti occidentali, e la pelliccia di visone ha lasciato spazio a vestiti molto meno appariscenti.

Quando Destino le ha offerto una missione, non si aspettava certo nulla del genere; non è nello stile di Victor essere così tanto prudente. La mercenaria sale sulla macchina che la stava aspettando, un modello che in America attirerebbe l’attenzione per essere un modello particolarmente antiquato.

-Sicura nessuno ti abbia riconosciuta? – chiede in mongolo la donna al volante, mettendo in moto.

Che Silver Sable abbia compreso ogni parola le fa capire che il traduttore universale nascosto tra i vestiti funziona come dovrebbe...uno dei piccoli privilegi del lavorare con il Dottor Destino.

-So fare il mio lavoro, Khulan. Piuttosto, pensa a darmi accesso alla base del...

-Non pronunciare il suo nome – risponde immediatamente l’asiatica, quasi per istinto.

-Sei sotto sorveglianza?

-Sono un agente dello SHIELD, Silver. La prudenza non è mai troppa.

-Un agente che lavora per il Dottor Destino.

-Non è raro come potresti pensare. Non tutti i membri dello SHIELD sono d’accordo con il modo in cui Nick Fury e gli altri americani trattano il resto del mondo.

-Sei un membro dei Guardiani? – chiede Silver Sable; credeva che quell’organizzazione di agenti deviati SHIELD si fosse sciolta da mesi.

-Pensi davvero che lo SHIELD abbia una sola cospirazione al proprio interno? Lavoro per Destino da cinque anni. E sono certa di non essere l’unica tra i miei colleghi.

-Rischi di essere accusata di alto tradimento. Deve pagarti molto bene.

-Neanche un centesimo. I soldi non mi interessano; lavoro per il mio popolo e la pace nel mondo.

Dall’espressione che queste parole suscitano in Silver Sable, la mercenaria non è molto convinta.

-Sì, sono una traditrice del mio paese, e allora? Facile starsene su un piedistallo d’argento quando si è nella tua posizione, Silver Sable. Se anche tu fossi cresciuta orfana a Züünkharaa non avresti storto il naso all’idea di trasformare la tua nazione in una nuova Latveria.

-Forse – si limita a dire Silver Sable, preferendo interrompere la conversazione.

Khulan non è molto più giovane di lei. Silver Sable si ricorda cosa vuol dire essere una ragazza arrabbiata con il mondo e desiderosa di infrangere tutte le regole possibili.

L’immenso patrimonio di famiglia le ha dato la possibilità di fondare la Silver Sable International per realizzare la propria ambizione...ma se non avesse avuto questa fortuna, si sarebbe piegata al volere di Destino?

 

New York City

Entrare senza permesso in questa clinica privata dovrebbe essere impossibile, ma Clay Quartermain è pur sempre una spia di primo livello. Quello che vorrebbe capire è perché Lancer si sia precipitata qui subito dopo la partenza di Silver Sable, solo per restare in sala d’attesa per quindici ore.

Quartermain l’ha osservata da debita distanza da quando è arrivata. E’ certo di essere stato l’unico a notarla, visto che difficilmente dottori e pazienti dispongono di occhiali a infrarossi capaci di aggirare l’induttore di immagini che la rende invisibile.

Il fatto che un agente di Destino possegga una tecnologia simile è poco sorprendente e molto preoccupante, e Quartermain si promette di fare rapporto su questo dettaglio...potrebbero esserci spie latveriane nello Studio Ovale della Casa Bianca, per quanto ne sa.

Ma la cosa più preoccupante è che Lancer non si è ancora mossa. Ha cambiato la batteria dell’induttore durante la notte, ma a parte questo è rimasta in totale inattività. Non ha dormito, mangiato o bevuto, e considerato che non è nemmeno andata al bagno Quartermain ha ormai ben pochi dubbi sul fatto che non sia completamente umana.

Quartermain ha controllato più e più volte l’elenco dei pazienti alla ricerca di qualcuno che dovrebbe interessare a Destino, senza trovare alcuna pista. Non si è mai sentito così alla cieca.

Poi, senza alcun preavviso, Lancer porta una mano all’orecchio come se stesse facendo pressione su un auricolare, sussurrando:

-Ricevuto. Mi muovo in posizione.

Lancer si allontana finalmente dalla propria postazione. Quartermain la segue a debita distanza, stando bene attento a non farsi scoprire: pedinare così a lungo una cyborg con numerosi dispositivi di sicurezza è un test al suo addestramento e alla sua determinazione.

Finalmente, dopo quella che sembra un’eternità, Lancer raggiunge una stanza privata e passa attraverso la porta. Quartermain si avvicina lentamente, controllando che il corridoio sia libero.

Prima che possa estrarre una ricetrasmittente dalla cintura, la mano di Lancer passa attraverso la porta e lo trascina all’interno. Ritrovarsi improvvisamente intangibile è disorientante, ma non quanto trovarsi una lama di plasma incandescente a mezzo centimetro dalla gola.

-Agente Quartermain. Fai una sola mossa e sei morto, ci siamo capiti?

Quartermain potrebbe tentare di liberarsi, ma sa che Lancer è molto più forte di lui e che questa potrebbe essere l’ultima occasione di arrivare in fondo al mistero che la riguarda.

Si concentra sulla stanza: grande e bene illuminata, il massimo del comfort possibile in un ospedale. C’è una sola paziente, una giovane dai lineamenti parzialmente asiatici collegata ad una miriade di dispositivi medici.

-Chi è lei? – è la domanda di Quartermain.

-Un’altra pedina di Destino. Come me e te – risponde Lancer.

 

Castello Destino, Latveria

Lucia Von Bardas preme il palmo della mano sulla piastra a fianco della porta blindata. Complessi sensori analizzano impronte digitali, DNA, aura spirituale e vibrazione temporale. Il procedimento impiega meno di due secondi, ed una voce artificiale sentenzia:

<Identificazione positiva. Autorizzazione livello 7. Accesso negato>

-Sono il Primo Ministro del Regno Sovrano di Latveria. Desidero parlare con Lord Destino.

<Accesso negato> ripete la porta blindata.

Lucia vorrebbe prenderla a pugni: è umiliante dover sempre prendere ordini dalle macchine.

-C’è qualche problema, signora? – chiede una voce conosciuta, la voce di un fantasma che si aggira per il castello appoggiandosi ad un vecchio bastone nodoso, e di cui tutti temono la presenza.

-Boris. Sto cercando di parlare con Lord Destino; si è chiuso da ore nel laboratorio temporale e non risponde alle mie chiamate.

-Sì, il Maestro è molto attaccato alla propria privacy. Forse uno dei suoi robot può esserti di aiuto.

-Non ho giurato fedeltà a quei soldati metallici, Boris, ma al Re di Latveria. Ed è lui a doversi occupare della propria nazione.

-Hm. Devo ammettere che il Maestro si isola sempre di più, di questi tempi. Pensavo che le sue avventure extra-temporali avessero scaldato il suo cuore, ma vedo che è gelido come sempre.

-Se ti riferisci alla sua amante Morgana, l’ha uccisa.

Il volto di Boris è quasi impossibile da leggere; una combinazione di rughe, barba folta ed esperienza negli intrighi di palazzo lo rendono un mistero.

-Una dama non dovrebbe parlare di certe cose, lady Von Bardas.

-Se pensi che mi scandalizzi per così poco...

-Stiamo parlando dell’amante o del suo omicidio?

-Le azioni di Destino ad Aqiria hanno danneggiato la nostra posizione diplomatica e finanziaria, Boris; come Primo Ministro, è mio compito riparare a questi danni. E non posso farlo se Lord Destino mi tiene costantemente all’oscuro dei suoi piani.  Non voglio credere che la vita della propria amante sia più importante per Destino della propria nazione.

-Se pensi una cosa del genere, non conosci affatto il Maestro – risponde Boris, appoggiando una mano sulla piastra di riconoscimento.

<Identificazione positiva. Autorizzazione livello 9. Accesso confermato>

La porta blindata si apre; Lucia resta a bocca aperta. Come può quel vecchio avere un livello di autorizzazione superiore al suo!?

-La signora è con me – spiega Boris ai sistemi di difesa, che si disattivano prima ancora che Lucia abbia modo di notare la loro presenza.

 

Lucia è già stata nel laboratorio temporale, ma non mentre Destino è all’opera. Non prova neanche ad immaginare la funzione dei macchinari su cui sta lavorando, ma le immagini proiettate sulla piattaforma temporale attirano la sua attenzione.

Sono immagini sfocate, che si sovrappongono costantemente l’una sull’altra in un caleidoscopio mutamento costante. Ogni tanto si ha l’impressione di riconoscere qualcosa...un volto, una città, un paesaggio...ma è solo per un breve istante, prima che tutto lasci spazio ad un’altra immagine.

<Segnale perso. Ultime coordinate stabilite: 2133 d.C.> puntualizza il computer.

-Ricalibrare frequenza vibrazionale a 0.7 anni al secondo. Avevo chiesto di non essere disturbato, Von Bardas; per quale motivo hai disubbidito ad un ordine di Destino?

-In realtà sono stato io a portarla qui, Maestro. Credo che lady Von Bardas debba essere messa al corrente delle vostre ultime trame.

<Segnale perso. Ultime coordinate stabilite: 2111 d.C.>

-Latveria è sotto attacco? Ai suoi cittadini manca qualcosa? – chiede Destino, senza voltarsi.

-No, mio signore, nulla del genere – risponde Lucia.

-Allora può aspettare. Ricalibrare frequenza vibrazionale a 0.67 anni al secondo.

-Attaccare adesso il Mandarino è un errore – si decide a dire Lucia Von Bardas.

Destino si ferma. Si volta lentamente e drammaticamente; il Primo Ministro si inginocchia in segno di rispetto, e fa il possibile per non dare a vedere quanto stia tremando.

<Segnale perso. Ultime coordinate stabilite: 2103 d.C.>

-Ricalibrare frequenza vibrazionale a 0.65 anni al secondo. Come hai capito che sarebbe stata questa la mia prossima mossa, Von Bardas? Soppesa bene le parole, perché la punizione per chi spia Destino è la morte.

-Silver Sable ha contattato uno dei nostri agenti in Mongolia e si sta dirigendo verso una delle basi principali del Mandarino; inoltre, Lancer si trova nell’ospedale dove è ricoverata Sasha Hammer, la figlia del Mandarino [7]. La strategia è chiara: attaccare il nemico su più fronti.

-Impressionante. Sapevo di aver scelto un ottimo Primo Ministro – si complimenta Destino, prima di afferrare Lucia per la gola e sollevarla da terra con una mano sola.

-Non provo alcun piacere nell’uccidere una donna, Von Bardas, ma non saresti certo la prima. Le tue prossime parole determineranno la durata del tuo incarico e della tua vita: in quale modo Destino avrebbe commesso ciò che definisci “un errore”?

La presa di Destino si alleggerisce di quanto basta a lasciarla parlare, ma potrebbe ancora staccarle la testa senza il minimo sforzo.

-Il Mandarino non ha alcuna importanza strategica. Se Vendetta si è alleato con lui, è solo per aprire uno scontro su due fronti. Se non avessi ucciso Morgana avremmo ancora abbastanza vantaggio tattico per vincere, ma ora un attacco su larga scala avrebbe un impatto molto pesante sulle nostre risorse militari in un momento cruciale.

Destino lascia andare la presa, e Lucia cade a terra tossendo amaramente. Sa di aver rischiato nell’essere così schietta con Destino, ma sa anche di essere una pedina troppo valida per essere sacrificata per futili motivi.

-La tua limitata visione d’assieme mi delude, Von Bardas. Se ho condannato Morgana a vagare nel limbo per l’eternità è stato solo per poter sconfiggere Vendetta. Quanto al Mandarino, hai ragione: se lo attaccassi per sconfiggerlo sarebbe uno sbaglio. Ma certo non grande quanto aver pensato che Destino potesse commettere degli errori tattici.

Il guanto di Destino si illumina, pronto a scatenare un raggio disintegratore. Boris si avvicina lentamente, appoggiandosi al bastone nodoso.

-Maestro. Credo che osservare il vostro trionfo possa insegnare a lady Von Bardas l’umiltà necessaria a svolgere il proprio lavoro e a non dubitare mai più di voi.

Destino sembra esitare, soppesando le parole del vecchio amico. O forse ha già deciso come agire e sta solo prolungando l’agonia di Von Bardas. Una voce meccanica mette fine alla sua esitazione:

<Messaggio criptato ricevuto dall’agente Silver Sable. Il messaggio recita: “sono dentro”>

-Finalmente! – esclama Destino, disattivando i sistemi d’arma ed allontanandosi con passo spedito dal laboratorio temporale. Boris si avvicina a Lucia Von Bardas, allungando una mano:

-Ascolta un vecchio saggio, ragazza: mai affrontare Destino da soli.

-Non ho bisogno del tuo aiuto – risponde Lucia, allontanando la mano del vecchio e rialzandosi da sola. Boris sorride bonariamente sotto la folta barba bianca.

-Sì, a tutti piace pensarlo – dice allontanandosi lentamente.

Lucia Von Bardas osserva le immagini fantasma della piattaforma temporale; ora sono molto più nitide di prima, e mostrano una città carica di luci.

<Segnale identificato. Coordinate d’origine: 2099 d.C.>

 

New York City

Lancer lascia andare Clay Quartermain, ma al tempo stesso dalle sue dita fuoriescono lame di plasma incandescente.

-Non fare mosse avventate. Posso ucciderti in cinquanta modi diversi – minaccia Lancer.

-Ma perché farlo? Che importanza ha la ragazza per te? Per Destino? – chiede Quartermain; Sasha Hammer è ancora immobile nel suo letto, priva di conoscenza.

-Non lo so, e non mi importa. Se è importante per Destino, lo è anche per me.

-Perché? Perché segui gli ordini di Destino?

-Glielo devo. Mi ha salvato la vita.

-E questo lo autorizza a darti ordini? A farti uccidere delle persone?

-Tu non lo conosci. Pensi che se ne stia seduto sul suo trono tutto il giorno a fare piani per la conquista del mondo!?

-In effetti, sì. E penso che a Destino non importi niente di te, né di questa ragazza.

-Tu non sai niente – risponde Lancer, lanciando una scarica energetica verso Sasha.

Clay Quartermain cerca di intercettare il colpo, ma l’energia si muove troppo rapidamente per il suo corpo. Sasha Hammer si contorce forsennatamente come se avesse un attacco di epilessia, e cavi di brillante energia rossa riducono in brandelli il suo letto e le macchine che la tengono in vita.

-Che cosa hai fatto!? – protesta Quartermain.

-L’ho resuscitata – risponde Lancer.

Sasha Hammer si rialza, in mezzo al caos. Il suo corpo brilla di energia come non mai, ed Clay Quartermain si ritrova tra due donne capaci di emettere lame di energia pronte a combattere per motivi che lui non comprende.

Non è la giornata peggiore che abbia avuto nella sua carriera, ma ci va abbastanza vicino.

 

Base segreta del Mandarino

Provincia del Dundgov', Mongolia

Se non fosse invisibile ad ogni sistema di sorveglianza del pianeta, questa fortezza sembrerebbe davvero fuori posto in questa zona rurale.

Silver Sable striscia nell’ombra, stando bene attenta e non farsi scoprire dai mercenari che dimorano ai livelli inferiori. Lo SHIELD pagherebbe cifre da capogiro per la posizione di questa installazione... ma prima di attaccare informerebbero le autorità mongole, che senza ombra di dubbio sono piene di spie del Mandarino. Un attacco a sorpresa è l’unica soluzione.

Silver Sable estrae dalla cintura quello che potrebbe sembrare un normale telefono cellulare, ma che è invece l’unico dispositivo capace di comunicare con l’esterno senza che il Mandarino lo sappia.

“Sono dentro” scrive rapidamente; non appena ha inviato il messaggio, intravede un riflesso sullo schermo. Si sposta istintivamente di lato, evitando un calcio rotante che le avrebbe facilmente spezzato una costola.

Silver Sable risponde lanciando uno shuriken verso il proprio assalitore. L’uomo afferra l’arma al volo, prima di essere colpito, dimostrando dei riflessi impressionanti.

-Sei un’ottima spia. Ma l’occhio della mente può vedere cose che sfuggono alla tecnologia.

-Non voglio farti del male, chiunque tu sia – risponde Silver Sable, studiando l’avversario: orientale, cranio rasato a zero, torso nudo, muscolatura all’apice della perfezione.

-Un nobile intento. Io sono Temugin, figlio del Mandarino. Capisci la gravità del tuo affronto?

-“Affronto”? Non definirei infiltrarsi nella base di un’organizzazione terroristica “affronto”.

C’è un frastuono orribile, come se qualcuno avesse appena rovesciato una montagna sulla fortezza.

Tutti gli allarmi della base scattano all’unisono, così come migliaia di guerrieri scelti.

-Ecco, quello è un affronto – puntualizza Silver Sable, saltando verso Temugin eseguendo un calcio volante.

 

La sala del trono

Il Mandarino sorseggia il tè servito dalla concubina scelta per questo giorno, mentre la sua mente è focalizzata sulle specifiche dei progetti delle Avanzate Idee Meccaniche che Vendetta gli ha procurato. Un design a dir poco ispirato, uno dei tanti vantaggi di questa strana alleanza; il Mandarino si è sempre tenuto lontano dal tiranno di Latveria, ma alla sua mente strategica appare chiaro che i loro sentieri sono destinati ad incrociarsi.

Qualcosa si abbatte sulla fortezza, ben al di là dei limiti del campo di forza protettivo. Il muro della sala del trono esplode, scagliando frammenti in ogni direzione; la concubina urla.

Il Mandarino solleva un dito, ed uno dei Dieci Anelli fa il suo lavoro. Il frammento si muove autonomamente, evitando accuratamente la bellezza orientale della ragazza.

Un uomo in armatura solo apparentemente medievale calpesta ciò che resta delle difese del palazzo, incrociando le braccia in segno di sfida.

-Mandarino. Il Dottor Destino desidera parlarti.

 

 

CONTINUA!

 

 

 

 

 

 

 

[1] Su Fantastici Quattro MIT #33

 

[2] Il paese arabo mandato in rovina da Destino due numeri fa

 

[3] su Vendicatori MIT #90

 

[4] su Vendicatori Costa Ovest MIT #28-30

 

[5] a partire da Iron Man MIT #60

 

[6] durante Crossover MIT

 

[7] nonché nipote di Justin Hammer, e finita in ospedale alla fine di Iron Man MIT #57